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Violenza sessuale:

Esplicite richieste ed inequivocabili gesti

5.12.2022



La Corte di Cassazione in data 7.11.2022, con Sentenza n. 41818, si è espressa in materia di violenza sessuale ex art. 609 c.p.. La Suprema Corte ritiene legittimo catalogare come "tentata violenza sessuale" la condotta tenuta dal ricorrente, in una strada pubblica, il quale bloccava una donna, rivolgendole un'esplicita richiesta di prestazioni sessuali ed, infine, prendendole con forza la testa e spingendola verso il proprio basso ventre. Tale condotta difficilmente può essere messa in discussione, ma nel contesto della Cassazione, il difensore dell'imputato prova a ridimensionare i fatti classificandoli come "meramente preparatori", pertanto, non rilevanti penalmente.

Spiega, a supporto della tesi difensiva, che l'uomo si è limitato a tenere bloccata la donna con entrambe le mani, stringendole un braccio al collo e tappandole con l'altra mano la bocca; quindi non si dovrebbe ritenere integrata la fattispecie del tentativo di violenza sessuale, ma anzi sostiene che tale condotta è stata posta in essere in modo preparatorio al fine d'impedire alla donna di collocarsi nel mezzo della carreggiata stradale in stato di ubriachezza.

Alla Corte di Cassazione, tale tesi difensiva, appare inverosimile; soprattutto alla luce dell'esplicita richiesta di prestazioni sessuali, della costrizione fisica della donna ed, infine, della spinta del capo della donna verso il basso ventre dell'uomo, che aveva già aperto la cerniera dei pantaloni.

Concludendo, la Suprema Corte, ritiene la condotta del ricorrente integrativa del reato di "tentata violenza sessuale" la quale, precisano gli Ermellini, si configura anche in tutte in quelle ipotesi in cui la condotta non abbia effettivamente determinato una concreta intrusione con le parti intime dell'aggressore.

Per queste ragioni il ricorso risulta inammissibile.


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