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Sequestro di persona:

Il Tribunale affida i figli ad una comunità, reazione rabbiosa del padre che li trattiene con sè in casa.

30.1.2023














La Corte di Cassazione V° Sez. Pen. con la Sentenza n.229 depositata il 9.1.2023 si è espressa circa il reato di sequestro di persona.

All'esame dei giudici della Suprema Corte ai quali viene chiesto di decidere sulla condanna di un uomo finito sotto processo per avere sequestrato i figli barricandosi con loro nell'abitazione, minacciando di gettarsi assieme a loro nel vuoto dal settimo piano del palazzo dove abitavano, per impedire che gli fossero portati via per essere affidati a una comunità. L’uomo è stato condannato dai giudici di merito di entrambi i gradi.

In Cassazione, il difensore del condannato, contesta la decisione della Corte d’Appello sostenendo che sia illogico ipotizzare il reato di sequestro di persona a fronte dell'azione compiuta dal suo cliente in quanto l'essersi chiuso, unitamente ai tre figli minori, in casa e l'avere posizionato dei mobili davanti alla porta d'entrata, non sono elementi sufficienti per sostenere che l'uomo abbia sequestrato i figli. Soprattutto perché quest' ultimi non hanno subito la privazione della loro libertà personale, essendo essi rimasti liberi di circolare in casa e non avendo manifestato il loro dissenso a restare all'interno dell’abitazione. La difesa sottolinea che il suo cliente ha agito non per privare i figli minori della libertà personale, ma bensì per compiere un atto di protesta contro una decisione del Tribunale considerata ingiusta. A tale ricostruzione, però, gli Ermellini ribattono ritenendo corretta la chiave di lettura fornita dalla Corte d’Appello. In sostanza, la coercizione esercitata dall'uomo sui propri figli è stata duplice: in primo luogo è stata fisica e si è concretizzata accatastando i mobili dietro la porta d'ingresso, in modo tale da impedire l'uscita dall'appartamento; in secondo luogo è stata psicologica, poiché l'uomo ha creato condizioni mirate ad ostacolare qualsiasi libera determinazione dei figli.

Su quest'ultimo punto viene sottolineato che i minori si trovavano in totale balia del padre il quale ha esercitato su di essi una coercizione psicologica tale da impedire loro qualsiasi libera manifestazione di dissenso; pertanto La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito.












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